martedì 28 aprile 2020

Dal "tenero" cucciolo di casa al "tenero" boccone nel piatto - la negazione del dolore degli animali da reddito


... nulla esiste se non in relazione a chi lo percepisce... [Arthur Schopenhauer]

Un concetto reale, ogni cosa esiste nel modo in cui noi la percepiamo, che sia un oggetto, un luogo o una qualsiasi cosa, anche un sentimento.

Proviamo sentimenti ogni giorno, amore, felicità, gioia, tristezza, dolore... Tutte emozioni alle quali sappiamo dare una spiegazione, ma che esisto in relazione a noi stessi che le percepiamo.

Con l'addomesticazione degli animali abbiamo imparato ad assimilare questi sentimenti anche ai nostri animali domestici: abbiamo teneri gatti che fanno le fusa e curano i loro piccoli, cani che ci fanno le feste e sono felici, teneri coniglietti da spupazzare, dolci volatili in gabbia che amoreggiano, ci prendiamo cura di loro, facciamo in modo che stiano bene e non soffrano ma poi, ad un certo punto, scatta una linea di confine oltre la quale ci sono i cosiddetti "animali da reddito", animali per i quali tutto questo non vale, oltre il confine abbiamo galline stupide, bovini, ovini e suini allevati per il macello il quale destino é già segnato già dal momento del loro concepimento, animali così lontani dal nostro mondo abituale, ma così presenti nella dieta umana.

Gli animali cosiddetti da reddito sono definiti dall'art. 1, comma 2, lettera a) del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146, come: “qualsiasi animale, inclusi pesci, rettili e anfibi, allevato o custodito per la produzione di derrate alimentari, lana, pelli, pellicce o per altri scopi agricoli;”.

Perché allora una parte di animali finisce sui nostri divani ed un'altra nei nostri piatti?

Ci sono animali con i quali l'uomo ha deciso di negarsi ogni possibilità di rapporto e relazione, rifiutando anche di valutare e accettare le caratteristiche cognitive, empatiche e sociali che esso hanno. La dottoressa Myriam Jael Riboldi definisce questo comportamento "schizofrenia empatica", cioè quel preciso momento in cui l'uomo ha una discontinuità nella connessione emozionale con alcuni animali.

Accettando le emozioni degli animali da reddito dovremmo fare i conti con il dolore che portiamo sulle nostre tavole: cuccioli strappati alle mamme per essere venduti e per far in modo che il latte a loro destinato finisca imbottigliato nei supermercati, animali maltrattati in allevamenti intensivi, spesso macellati e "torturati" mentre ancora vivi, e via dicendo.

Il nostro cervello mette in atto una serie di meccanismi atti quasi a trovare una motivazione logica a tutto ciò e ci lasciamo andare a queste, ma la realtà è ben diversa, ci nutriamo purtroppo di morte e sofferenza e fino a quando tutti non avremo una visione più ampia di questi concetti, ci saranno sempre morti e sofferenza sulle nostre tavole.

Giuseppe Fasanella


giovedì 23 aprile 2020

Animali da compagnia – Pulizia e disinfezione ai tempi del Covid – 19

A seguito della cattiva interpretazione (ed espressione) di alcuni consigli passati in tv nei giorni scorsi, mi è sembrato doveroso far partire questo blog con un articolo dedicato proprio al tema della pulizia e disinfezione ai tempi del Covid – 19.

Purtroppo il Covid – 19 ormai da qualche mese è arrivato e ha fatto il suo ingresso eclatante creando panico e paura ma, adesso che la quarantena inizia a pesare per tutti, quasi ci stiamo abituando all’idea di conviverci almeno fino a quando non sarà prodotto un vaccino.

Si è parlato tanto della trasmissione del virus da cani e gatti all’uomo, ma alla fine qualche giorno fa si è espresso in merito anche il Ministero della Salute, tramite il Direttore Generale Sanità animale, specificando che “Non ci sono evidenze scientifiche per sostenere che gli animali possano rappresentare un rischio di trasmissione all'uomo del virus SARS-CoV-2”.

Detto ciò e invitando tutti a stare calmi e a non correre all’abbandono in canili (o peggio in strada), dobbiamo comunque pensare che i pet’s, così come un bicchiere, una penna, un barattolo di pelati al supermercato, o qualsiasi altro oggetto, potrebbero diventare “veicolo di trasmissione” da un soggetto umano all’altro, poiché il virus resiste su qualsiasi superficie anche per  9/14 giorni; quindi così come per mobili e oggetti ci siamo abituati a disinfettarli con scorte di alcol, Amuchina e candeggina, così dev’essere per i nostri amici a 4 zampe, ricordando che non trasmettono i Coronavirus all’uomo, ma per minimizzare il rischio di diffusione nel nucleo familiare stesso e nel contempo tutelare il benessere animale (su questo punto il Ministero della salute ha emanato delle apposite linee guida).

Noi ora ci soffermeremo prettamente sulla disinfezione di zampe e manto di cani e gatti, soprattutto al rientro da una qualsiasi passeggiatina esterna.

Il virus SARS-CoV-2 è abbastanza resistente in ambiente e abbiamo sentito sin dall’inizio dell’epidemia che è sensibile alle soluzioni alcoliche e a quelle a base di Ipoclorito di sodio. Le confezioni in commercio di tali prodotti sono però troppo concentrate per essere utilizzate sui nostri amici animali, basti pensare che la classica candeggina in commercio ha una concentrazione di ipoclorito di sodio pari al 5% e , senza portarla sul piano chimico, è abbastanza potente da bruciare i cuscinetti di un cane o persino avvelenare un gatto (per ingestione).

Ma quali sono quindi i rimedi adatti allo scopo e che non creino danni agli animali da compagnia?


Ci sono in commercio (da sempre, ndr) prodotti specifici per animali proprio per la disinfezione e per eliminare virus e batteri, di seguito vi segno un elenco  con le relative caratteristiche:

  •          CLOREXIDINA: si trova in qualsiasi petshop principalmente sotto forma di salviette umide, shampoo e spray. (Soprattutto nei gatti si consiglia il solo utilizzo della formulazione in salviette, in quanto difficilmente assorbibile a livello sistemico, poiché se pur non ancora provato, potrebbe causare sordità nel gatto, nel cane non ci sono controindicazioni, ndr).

  •        OLIO DI NEEM: Ricavato dalla pianta indiana dell’ Azadirachta è da sempre utilizzato in umana in cosmetica e dermatologia. Ampliamente utilizzato in veterinaria come antiparassitario natura e per la cura di alcune forme di malattia dermatologiche , nello specifico caso in oggetto lo citiamo per le sue proprietà antivirali, antibatteriche, antiparassitarie, antisettiche e antifungine. Anche l’olio di neem si trova nei petshop sotto forma di salviette umide per animali e spray (oltre ai vari formati di collari e pipette da utilizzare come antiparassitari), ma la formulazione più venduta in commercio è quella sotto forma di olio puro al 100%. In questo caso per creare una soluzione igienizzante utilizzando poche gocce (5 gocce nel caso di gatti e piccoli cani o 7/8 gocce nel caso di cani più grandi) in 100 ml di acqua applicati con uno spruzzino.

  •           TEA TREE OIL: idem come sopra, noto per le sue  proprietà antivirali, antibatteriche, antiparassitarie, antisettiche e antifungine, il tea tree oil si trova in commercio in spray per animali e olio puro al 100%. L’unica accortezza nel caso di questo olio è sempre sui gatti. Il tea tree oil, se pur spesso utilizzato in bassissime concentrazioni, è fortemente sconsigliato nei gatti per la sua particolarità di essere assorbito velocemente dalla pelle e che può portare ad intossicazione. In particolare io sconsiglio sempre l’utilizzo di oli essenziali nel gatto (tranne che per l’olio di neem), poiché la stragrande maggioranza degli oli essenziali ha effetti tossici sui gatti.

  •           OLIO DI OLIVA OZONIZZATO: Ottenuto dalla combinazione di olio di oliva e particelle di ozono, viene venduto in formulazioni spray, spesso arricchito con olio di neem è un potente antivirale, oltre che come gli altri antibatterico e antifungino. L’olio di oliva, già noto per le sue proprietà, trattiene le particelle di ozono e le libera solo nel momento dell’applicazione.


Questi sono i miei consigli, sono rimedi studiati per animali e non soluzioni improvvisate, nel caso di dubbi affidatevi sempre al vostro veterinario o al consiglio del vostro petshop di fiducia, ma non improvvisatevi mai piccoli chimici nel creare soluzioni di composti chimici mettendo a repentaglio le vostre vite e quelle dei nostri amici animali.


Giuseppe Fasanella